Scanno, da diversi giorni si è aperto un dibattito sulle tariffe della Tari che appaiono più alte di quelle applicate nei paesi vicini.
Bisogna dire che è un argomento complesso e articolato non facilmente comprensibile con documenti di supporto che sembrano indirizzati più agli addetti ai lavori che alla generalità dei cittadini. Ciò nonostante noi con l’ausilio di “internet” stiamo cercando di chiarirla individuando i parametri essenziali fissati dalla legge e applicandoli al nostro particolare contesto.
Nel nostro paese infatti esisto due contratti uno pubblico e uno di tipo privatistico per cui i costi di fatto esistono due “comunità” la prima che riguardano il riparto dei “costi fissi” che comprende tutti e la seconda che riguarda il riparto dei “costi variabili” che interessa una comunità ridotta. Viene da se che nel caso specifico risulta essenziale che nel “piano finanziario” sia riportata l’effettiva quantità conferita dalle “utenze domestiche” da quella conferita dalle “utenze domestiche”. Una stima potrebbe infatti distorcere la tariffa.
La quota della “tariffa fissa” che comprende le componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio, compresi i costi di smaltimento, e quindi trattandosi di costi del servizio a carattere generale tale tariffa va applicata a tutta la comunità (Schema delibera_premessa_ e Schema delibera_dispositivo). Una tale particolarità dovrebbe essere specificato nell’atto deliberativo come pure le tariffe giornaliere per occupazioni temporanee delle aree pubbliche. Un argomento che riteniamo vada ulteriormente approfondito.
Documenti a supporto:
- il documento della “consulting”
- i chiarimenti del ministero
- le componenti essenziali
- Schema delibera_dispositivo
- Schema delibera_premessa_
Calcolo TARI (tassa sui rifiuti): come si effettua il calcolo e quando si può chiedere il rimborso
Come si calcola la TARI
L’art. 1, comma 651, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, prevede che:
“Il comune nella commisurazione della tariffa tenga conto dei criteri determinati con il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158”.
In ordine alla determinazione della tariffa il citato dpr 158/99 dispone che la stessa è composta da:
- una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio
- una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti.
La tariffa inoltre è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica.
Quanto alla strutturazione della tariffa, l’art. 5, comma 1 del dpr 158 del 1999 prevede che la parte fissa per le utenze domestiche è determinata secondo quanto specificato nel punto 4.1 dell’allegato 1 e, quindi, in base alla superficie e alla composizione del nucleo familiare.
Per la parte variabile della tariffa, il comma 2 dell’art. 5 in esame stabilisce che essa “è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati specificata per kg, prodotta da ciascuna utenza”.
Tuttavia, se non è possibile misurare i rifiuti per singola utenza, il comma 4 dello stesso art. 5 stabilisce che la quota variabile della tariffa relativa alla singola utenza viene determinata applicando un coefficiente di adattamento secondo la procedura indicata nel punto 4.2 dell’allegato 1.
L’utenza domestica deve intendersi comprensiva di:
- superfici adibite a civile abitazione
- superfici adibite a pertinenze.
L’art. 16 del Prototipo di Regolamento per l’istituzione e l’applicazione del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), i cui principi possono ritenersi applicabili anche relativamente alla TARI, prevede che
“la quota fissa della tariffa per le utenze domestiche è determinata applicando alla superficie dell’alloggio e dei locali che ne costituiscono pertinenza le tariffe per unità di superficie parametrate al numero degli occupanti…”.
Pertanto:
- la quota fissa di ciascuna utenza domestica deve essere calcolata moltiplicando la superficie dell’alloggio sommata a quella delle relative pertinenze per la tariffa unitaria corrispondente al numero degli occupanti dell’utenza stessa
- la quota variabile è costituita da un valore assoluto, ossia un importo rapportato al numero degli occupanti che non va moltiplicato per i metri quadrati dell’utenza e va sommato come tale alla parte fissa.
Con riferimento alle pertinenze dell’abitazione appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica.