Lo scorso due giugno il Consiglio Comunale ha approvato il rendiconto dell’esercizio 2022 con un corposo avanzo di bilancio (superiore a 3,5 milioni di euro).
La minoranza ha votato contro presentando, in sede di dichiarazione di voto, un documento articolato di obiezioni tra le quali ha sottolineato l’opportunità del dissesto che imporrebbe le tasse al massimo fino al 2026. Ciò deriverebbe da una prescrizione ministeriale indicata nell’allegato al decreto di approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.
La maggioranza ha confermato che, in ossequio alla normativa (peraltro richiamata nello stesso decreto), il risanamento del Comune di Scanno si concludera’ al 2024 (ovvero trascorsi cinque anni dal 1 gennaio 2020) e non al 2026 indicato nel citato decreto che, in ogni caso, e’ una norma di rango inferiore che non può andare in contrasto con la legge che prescrive la durata del dissesto dall’anno del bilancio riequilibrato.
La chiusura del risanamento al 2024 peraltro e’ stata confermata in consiglio comunale dal Segretario comunale, aggiungendo che nel documento del ministero vi e’ un “errore materiale”, per cui si provvederà a chiedere la formale rettifica al ministero sostituendo il 2026 con il 2024..
Nel merito noi stessi, in questo blog avevamo auspicato un chiarimento che, su impulso della minoranza, e’ stato dato dal Segretario comunale nel corso dell’ultimo consiglio comunale dell’Amministrazione Mastrogiovanni. Nel quale e’ stato approvato il rendiconto con un avanzo di bilancio corposo che nei prossimi anni potrà consentire al paese un prosperoso futuro.
Bisogna dire che in una normativa italiana, sempre ricca e articolata, i chiarimenti non sono certo l’eccezione ma là regola; cosa peraltro nota agli addetti ai lavori ma anche ai cosiddetti competenti! Ci sorprendono pertanto le frettolose sentenze emesse e fatte circolare sui “social” e/o ad altri organi di informazione, senza la preventiva verifica dell’attendibilità creando così confusione.