L’esito elettorale insufficiente ha dato avvio ad una riflessione a 360 gradi attraverso una fase
costituente per rafforzare la proposta politica per ampliare la capacità espansiva nella società italiana.
Aspetti che necessitano un confronto franco e approfondito per cui non e’ sufficiente limitarsi alle enunciazioni possibile solo con una Costituente che andrebbe articolato in piu’ fasi nelle quali siano sciolti “nodi” chiarendo il posizionamento identitario e i profili programmatici.
Un percorso, a nostro parere, necessario per evitare le spinte dall’esterno volte a liberarsi di un pilastro dell’area alternativa alle destre.
Interessante a tal fine l’analisi su un articolo pubblicato sul Corriere della Sera a firma di Angelo Panebianco (ripreso da IL riformista).
In tale articolo in sostanza si evidenzia che il Pd si trova di fronte al bivio di sempre: coi riformisti o coi massimalisti. Il che comporterebbe necessariamente scegliere tra l’area di “Conte” (ritenuta la più semplice), populista, opposizione scamiciata e radicale o quella di Renzi e Calenda, su una linea riformista, moderata, liberale (con meno statalismo, sussidi e più sostegni all’impresa e quindi al lavoro).
Insomma operare una scelta tra due profili “diversi” che darebbe “chiarezza ” sull’identita’ facilmente percepibili dalla gente e, di conseguenza, sul posizionamento politico e sulla credibilità programmatica.
Un percorso costituente a nostro parere indispensabile !!
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