Larga convergenza parlamentare sulla legge elettorale!

Una scheda elettorale viene messa nell'urna elettorale in un seggio di una scuola al centro di Roma, 26 maggio 2013. ANSA/CLAUDIO ONORATI

Dopo la bocciatura del maggioritario  pare che si sia raggiunta una larga convergenza (circa il 90% del parlamento) sul sistema proporzionale alla tedesca che prevede una soglia minima del 5% per  essere rappresentati in parlamento.

Un sistema che nella sostanza tagliano le forze minori, spesso create ad arte in ogni campagna elettorale, portatrici di interessi particolari  prive quindi di progetti di interesse generale. Forze portate a condizionare le scelte che a proporre delle soluzioni concretamente realizzabili.  È ancora calda la ferita aperta dagli scissionisti del PD che hanno preferito fare un nuovo partitino per contare, peraltro andando ad occupare uno spazio già ampiamente popolato.

La nuova legge invece va nella direzione opposta in quanto  costringe le forze che vogliono governare ad avere un consenso robusto (ampiamente sopra al 30%)  che richiede un programma che abbraccia una vasta area.

Auspichiamo pertanto che sia presto approvata la legge in modo che si possa cominciare ad affrontare i reali problemi della gente ed in particolare  far crescere l’economia e quindi le opportunità’ di lavoro dei giovani.

La Commissione affari costituzionali della Camera ha sospeso i lavori con l’esame della legge elettorale. Il presidente Andrea Mazziotti ha riconvocato la Commissione per la mattinata alle 10,30. Votati gli emendamenti agli articoli con le norme sulle elezioni della Camera; poi sarà la volta di quelle che riguardano il Senato.

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento che elimina i capilista bloccati, come chiedevano la minoranza interna del Pd, Si, Mdp, CI, Lega e Des-Cd. In questo modo in ogni circoscrizione la graduatoria degli eletti che spettano a ciascun partito non parte più dal capolista della lista proporzionale: saranno prima eletti i candidati piazzatisi primi nei rispettivi collegi, poi i candidati della lista proporzionale, e infine i restanti candidati nei collegi uninominali.

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento alla legge elettorale che abroga le pluricandidature: un candidato si potrà presentare solo in un collegio e in una lista proporzionale. In precedenza era prevista la possibilità di presentarsi nel collegio e in tre diverse liste circoscrizionali. In favore hanno votato Pd, M5s, Lega, Mdp e Fi, per la quale però Francesco Paolo Sisto ha sollevato dei dubbi. Contro si sono espressi Fdi, Ap, Des-Cd.

La legge elettorale andrà comunque in Aula martedì 6 giugno, come ha stabilito la conferenza dei capigruppo, anche se non dovessero essere votati tutti gli emendamenti. Lo ha detto il presidente della Commissione affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti, in una breve pausa dei lavori. “Ci sono ancora numerosi emendamenti accantonati – ha ricordato – e che riguardano alcuni nodi che la maggioranza che sostiene la legge deve sciogliere: penso alle quote di genere, alle firme a sostegno delle liste e dei candidati, all’ordine di elezione all’interno delle circoscrizioni. Se verranno sciolti tali nodi il relatore ce lo comunicherà dando il parere sugli emendamenti e li voteremo”. E se non si dovessero votare tutti gli emendamenti? “Andremo in Aula – ha risposto Mazziotti – con quello che abbiamo votato”.

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato l’emendamento del Pd Alan Ferrari che diminuisce il numero dei collegi uninominali con riparto proporzionale da 303 a 225, così da superare il problema dei collegi sopranumerari (un vincitore di un collegio potrebbe non essere eletto). L’emendamento aumenta anche il numero delle circoscrizioni da 27 a 28, aggiungendone una quarta in Lombardia. E’ il primo degli emendamenti frutto dell’accordo Pd-M5s-Fi-Lega.

Larga convergenza parlamentare sulla legge elettorale!ultima modifica: 2017-06-05T00:51:18+02:00da vivrescanno
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