comunicato nr 7 del 9/7/2013
Roma. 8 luglio 2013
Roma accoglie nella sua Casa del Cinema il Premio Libero Bizzarri e la Festa per il suo ventennale
Ad accogliere la nutritissima delegazione sanbenedettese del Bizzarri l’immensa e bellissima immagine di Marcello Mastroianni posta sulla facciata della casa del cinema di Villa Borghese.
Da quel momento, nella sala gremita, è un susseguirsi di incontri, di memorie, di abbracci tra la miriade di artisti, cineasti, documentaristi e personalità che in questi venti anni di storia della rassegna hanno collaborato, o meglio, hanno vissuto l’esperienza del festival in prima persona.
A guidare tutti i partecipanti in questo emozionante ritrovarsi c’era Italo Moscati, autore televisivo, scrittore, critico cinematografico, già direttore artistico del Premio. In una gremita sala Delux si è aperta quindi la ventesima edizione del Premio Libero Bizzarri, filo conduttore; la memoria.
E non solo, Moscati ha affermato, riferendosi al suo ricordo di Libero Bizzarri che due sono le qualità che un documentarista deve possedere: il pudore e lo stupore. E Libero le aveva.
E’ il grande regista Giuliano Montaldo il primo chiamato ad intervenire, e non te lo aspetti, Non ti aspetti la personalità, la forza, l’ironia che sprigionano da un uomo, avanti negli anni ma talmente pieno di vita e di umanità da farlo definire dal conduttore della serata: “la persona più divertente e spiritosa che gli sia mai capitato di incontrare nel mondo del cinema”.
Dopo il lungo e emozionante discorso di Montaldo arriva la telefonata in diretta di uno dei migliori amici di Libero Bizzarri: Carlo Lizzani (Presidente dell’ Accademia del Documentario Bizzarri) che non potendo, per una leggera indisposizione, essere presente in sala ha atteso il collegamento e ha partecipato alla celebrazione scambiando battute e ricordi su Libero e il Premio Bizzarri con Montaldo e Moscati .
La Kermesse è proseguita, sull’onda di una crescente emozione, quando sono intervenute Lorenza Bizzarri, figlia di Libero e Gloria Vancini, figlia di Florestano per raccontare, ognuna, il loro padre, descrivendone l’amore e la passione per il cinema e il documentario.
E poi, la presenza intensa, per il suo volto espressivo e rugoso, lo sguardo attento, severo ma divertito di Cecilia Mangini, Premio Bizzarri di quest’anno per “ una vita per il documentario” che afferma di aver visto ripartire e rifiorire il documentario proprio durante la sua partecipazione, negli anni novanta, al Premio Bizzarri; riconoscimento alla rassegna sambenedettese confermata con forza anche nei successivi interventi di altri grandi maestri del cinema documentario come: di Luigi Di Gianni, Massimo Clementi, Duilio Silenzi, Massimo Cini, Beppe Ferrara, Rino Caputo.
Come ringraziamento a quanti in questi venti anni di storia del Premio hanno voluto condividere la passione di Libero per il cinema documentario, l’equipe della Fondazione ha assemblato sigtnificativa serie d estratti dei diversi generi che caratterizzano quest’arte proiettando brevi estratti dai doc. : “Testimonianze di Guttuso” di Libero Bizzarri, “Vento dell’adriatico” di Florestano Vancini, “Il mio mar rosso” di Flaminia Clementi, “Le tre farfalline” ( simbolo del concorso “media educazione”) , “Il muro e la bambina” ( doc. vincitore de premio istituito dal Fondo per lo sviluppo voluto dalla Fondazione Bizzarri) di Silvia Staderoli e “Conversazione al porto” con Manuel De Oliveira, di Daniele Segre. Ed è con le parole di De Oliveira, che ognuno dei partecipanti ha fatto proprie, che la manifestazione si è conclusa: “l’arte è come l’industria in cui la vita è la materia prima che la natura produce”.