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Il dissesto finanziario di un comune, che coinvolge la politica ma anche il mondo economico-finanziario, è una cosa ben diversa dal fallimento di un’impresa privata in quanto non si può determinare l’estinzione del Comune; il quale infatti garantire la continuità amministrativa non potendo cessare di esistere come può’ fare una semplice impresa privata.
Procedura che crea di fatto una frattura tra la precedente amministrazione e l’amministrazione controllata, permettendo al comune in dissesto di ripartire libero dai debiti, ma libero anche dai crediti e dal suo patrimonio, che verranno ceduti per consentire la liquidazione.
Risulta del tutto evidente che per salvare il patrimonio ed uscire da una situazione di dissesto la ripartenza debba avvenire eliminando le cause che hanno portato al dissesto sostanzialmente per due ragioni: 1) salvare il più possibile il patrimonio; 2) evitare non che dopo il Commissario resti un debito maggiore rispetto a quello attuale. Dagli atti sin qui prodotti dal Commissario Straordinario di Liquidazione, infatti, non pare sia emersa la disponibilità di patrimonio necessaria per far fronte al debito di contro (tenendo conto di notizie giornalistiche) pare invece sia emersa una notevole crescita della massa passiva a carico dei cittadini
Cosa vuol dire questo?
Che con il dissesto l‘Ente crea una discontinuità con la precedente amministrazione ma resta obbligato comunque a pagare i debiti accumulati. Il Comune infatti se non fa fronte ai debiti, terminata la sospensiva operativa fino al 2024 (che e’ dietro le porte), potrebbe ritrovarsi con un debito maggiorato di interessi.
Per evitare una simile sventura crediamo che in ogni caso la ripartenza non possa prescindere dai principi di una sana e prudente gestione del bilancio. Dagli prodotti sin qui dal Commissario emerge che a due anni dalla dichiarazione del dissesto ancora non e’ nota l’effettiva massa passiva ne le risorse disponibili per liquidare il debito. Sul piano delle entrate peraltro ha evidenziato il mancato introito di tasse non pagate tanto che sta provvedendo direttamente surrogando l’Amministrazione. D’altra parte la normativa imporrebbe un significativo contributo delle amministrazioni a rimettere in sesto il bilancio non vedendo di buon occhio eventuali comportamenti omissivi. Noi crediamo che forse potrebbe bastare anche la sola volonta’, quella che negli ultimi tempi, sembra stia mettendo in atto il Commissario.
Cosa serve per chiudere presto il dissesto?
– mettere a frutto le risorse disponibili in cassa e quelle disponibili in bilancio,
–aggiornare la pianta organica dell’Ente allineandola ai parametri previsti dalla norma
– razionalizzare la spesa, eliminando quelle non indispensabili per servizi essenziali,
– riscuotere le imposte non pagate.