Scanno, La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma della manovra 2016 che consente di ripianare i disavanzi degli enti locali in 30 anni (Decisione n. 18/2019).
Una decisione che boccia tale norma in quanto in sostanza va ad intaccare le opportunità delle generazioni future favorrendo l’allargamento della spesa corrente e la dilazione del risanamento (vedi articolo completo).
Una decisione (Sentenza della Corte) che di fatto sopprime una norma che ha interessato in passato anche il nostro paese.
Cosa fara’ il legislatore?
E’ evidente che si e’ creato un “vulnus” legislativo (articolo sole 24 ore) sul quale crediamo che il legislatore debba intervenire in qualche modo.
Sono tanti infatti gli Enti che hanno utilizzato tale strumento e che avrebbero forti difgicolta’ ad un ripiano contenuto in dieci anni. Infatti un piano di rientro di 2 milione di euro (un valore medio esemplificativo) in 30 anni richiede una rata di circa 66 mila euro/anno mentre in 10 anni richiede 200 mila euro/anno. Una differenza notevole.
D’altra parte l’ampia diffusione di Enti “deficitari” imporrebbe al legislatore una seria riflessione mettendo in atto una soluzione strutturale e definitiva al problema.
A nostro parere andrebbero, in generale, rafforzati i controlli “centrali” (e per i piccoli comuni la velocizzazione del processo di fusione) in quanto risulta evidente le difficolta’ a garantire ai cittadini, anche per la carenza di risorse umane ed economiche, le funzioni istituzionali in un contesto normativo sempre piu’ dinamico e complesso.