Scanno, abbiamo visto le verifiche e i controlli a disposizione dell’amministrazione per valutare lo stato di salute delle casse comunali.

Nel caso da tali valutazioni siano emerse delle sofferenze di bilancio gravi il legislatore mette a disposizione un solo strumento “ la  Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale  (Art. 243Bis Tuel). Una procedura che, a tutela dell’interesse pubblico,  indica precise linee di comportamento volte, in via prioritaria, alla salvaguardia degli equilibri di bilancio limitando la spesa allo stretto necessario e tagliando le spese superflue.
Piu’ specificatamente, anche in considerazione delle pronunce delle competenti sezioni regionali della Corte dei conti sui bilanci degli enti, nel caso lo squilibrio e’ tale da derivare in dissesto finanziario tale procedura prevede il rigoroso rispetto delle norme dettate dagli  Articoli 193 e 194 del Tuel.
Norme che, di fatto, impongono alle amministrazioni di adottare tutte misure necessarie per riportare in salute il bilancio comunale. (percorso  risultato non attuato al TAR).

L’adozione delle misure previste in tali norme non e’ rimessa alla discrezione delle amministrazioni ma costituiscono un percorso obbligato della procedura di riequilibrio del bilancio comunale tanto che  la loro mancata attuazione comporta conseguenze gravi fino  allo Scioglimento del consiglio comunale (Art. 193 comma4).

La procedura di dissesto infatti (come ha ampiamente chiarito il TAR) puo’ essere adottata solo in assenza di soluzioni alternative alla rimessa in bonus dei bilanci comunali. Un presupposto risultato inesistente al giudice amministrativo  (sentenza emessa dal TAR il 22 aprile 2020) che ha annullato  la delibera con la quale l’amministrazione ha dichiarato il dissesto finanziario.

Un percorso che appare logico …..