Lunid – il dott. Paletta relaziona sul tema delicato del rapporto medico paziente.

log_LUD.JPG Il rapporto di agenzia tra medico e paziente è uno dei temi centrali che è alla base dell’economia sanitaria. Un mercato con caratteristiche peculiari per il tipo di bene scambiato.

Su tale problematica il dott. Paletta, un giovane scannese, ha presentato una relazione complessa e articolata corredata anche di grafici illustrativi.

Vogliamo qui dare atto degli apprezzamenti ricevuti//viverescanno.myblog.it/media/01/01/4203632040.24.JPG nel convegno pubblicando una sintesi del lavoro.

Dott. Paletta ancora grazie e … alla prossima…

 

 

Il rapporto medico paziente

 

 Ognuno di noi possiede uno “stock di salute” , cioè uno stato di salute inteso, nel più ampio spettro della sua definizione, come benessere psicofisico.

 

Nel momento in cui si avverte l’esigenza di mantenere un determinato livello di salute o quando questo viene meno, nasce il bisogno di salute e quindi domanda di prestazioni sanitarie.

 

L’ipotetico consumatore, però non è in grado di scegliere la prestazione sanitaria migliore per la sua condizione perché non ha le conoscenze tecniche per poter selezionare la prestazione in grado di massimizzare la sua funzione utilità, per via di un velo di ignoranza definito in ambito economico come “asimmetria informativa”.

 

L’asimmetria informativa è, quindi, uno dei requisiti che portano ad un fallimento del mercato, perché il consumatore non sa quando richiedere il bene dato che non sempre è in grado di valutare il suo stato di salute, non sa scegliere la prestazione più appropriata per la sua situazione e soprattutto non è in grado di valutare i benefici della prestazione somministrata.

 

Per risolvere questa asimmetria informativa e di conseguenza risolvere il fallimento di mercato, si ricorre al rapporto di agenzia con un operatore sanitario che potremmo genericamente definire medico, si instaura in questo modo un circuito di feed-back fra i due attori, il medico nonché agente agisce in nome e per conto del paziente ed avrà il compito di:

 

 

 

  • dare informazioni precise circa lo stato di salute al proprio paziente
  • informazioni sul trattamento necessario e disponibile
  • informazioni sull’efficacia e sui rischi

 

 

Il fulcro di tale rapporto è rappresentato dal processo comunicativo che si instaura fra i due soggetti. Il paziente in questa fase ha bisogno di cure,mentre il medico deve individuarei sintomi rilevanti eformulare la diagnosi.

 

La relazionefra medico e paziente è caratterizzata da una asimmetriainformativa doppia; infatti da un lato il medico possiede delle conoscenze medico scientifiche non in possesso del paziente dall’altro lato il paziente potrebbe conseguire i seguenti comportamenti:

 

 

• potrebbe possedere informazioni che non sempre è disposto a rivelare (Britten, 2000),

 

• potrebbe cercare di influenzare la diagnosi del medico descrivendo solo certi sintomi

 

e tralasciandone altri se si è già fatto una opinione della diagnosi. l medico deve quindi interpretare  sintomi, espressi e non, formulare la diagnosi e farla accettare al paziente.

 

Questo è un aspetto nuovo del rapporto di agenzia fra medico e paziente che la letteratura economica ha affrontato solo di recente.

 

 Questo rapporto di agenzia è guidato dal soddisfacimento reciproco delle funzioni di utilità tra i due soggetti, l’agente, cioè il medico, trova la sua massima soddisfazione nel curare il paziente, quest’ultimo invece, cosiddetto principale,  ha tutto l’interesse a farsi curare perché sa che massimizza la sua funzione di utilità se raggiunge il miglior stato di salute ottenibile dalle cure a cui è sottoposto.

 

Il medico per poter curare il proprio paziente non può che utilizzare gli strumenti che gli vengono offerti dalla struttura sanitaria per cui lavora. Che potremmo chiamare genericamente SSN, quindi possiamo affermare che il medico riveste un rapporto di doppio agente, in quanto rappresenta anche il servizio sanitario nazionale. Si tenga presente che se l’istituzione è privata, la sua sostenibilità finanziaria nel tempo (attraverso il rispetto della condizione di economicità p > 0) può essere obiettivo condiviso dal medico e, almeno entro certi limiti, accolto nella sua funzione di utilità anche a prescindere dagli incentivi e dai controlli esercitati dal soggetto ‘proprietà-manager’. Una versione più realistica della sua funzione di utilità può dunque essere U M = f (E[b], g, p) deriva dalla cura del paziente con il minor input possibili, cioè operare nel massimo grado di efficienza.. (sterpi)

 

Quindi si può affermare che il rapporto medico paziente può contribuire a rendere più o meno performante un sistema sanitario nazionale, in quanto il medico deve garantire sia la massimizzazione dell’utilità del paziente, sia la massimizzazione della funzione utilità della struttura dove opera, che si traduce  nel massimizzazione del  profitto o nella massimizzazione degli outcome sanitari.

 

Per avere un buon rapporto di agenzia il medico deve istaurare una buona comunicazione con il proprio paziente e famiglia informandolo in maniera adeguata, per farlo deve tener presente  considerare gli aspetti soggettivi del paziente e la patologia in oggetto.

 

Informando il paziente e la famiglia  sia sulla gravità della malattia, sia sulle cure da effettuare ed i rischi da affrontare, si istaura una “compliance” (complicità) tra medico e paziente grazie alla quale  si definirà un percorso condiviso, aumentando il grado di efficacia delle cure ed evitando di sopportare costi superflui per terapie interrotte perché il paziente non si fida più del medico o evitare di vedere una terapia come una costrizione che verrà eseguita solo parzialmente o applicata in maniera sbagliata dentro e fuori la struttura sanitaria.

 

La comunicazione e l’attenzione sul paziente ha comportato la  creazione di  un nuovo modello di governo clinico denominato “patient centered care” , cioè la centralità del paziente e la comunicazione all’interno del sistema sanitario.

 

 

 

Non a caso il rapporto di agenzia, ma più in particolare la centralità del paziente  è stato considerato, dall’ OECD (Organization for Economic Cooperation and development)  un delle dimensioni della qualità, difatti  da uno studio pubblicato nel 2006 intitolato “ A conceptual framework for the OECD health care Quality Indicators Project”  (come mostra la tabella sottostante ) i sistemi sanitari più efficienti al mondo come quello inglese o canadese hanno tra gli indicatori di performance il rapporto medico paziente e la comunicazione a quest’ultimo.

 

 

 

Conclusioni

 

Il rapporto medico paziente è la soluzione al fallimento di mercato, la centralità del consumatore – paziente può aiutare il SSN a divenire maggiormente performante.

 

Quest’ottica è fortemente sentita nel Canada, ed in  Australia che hanno incluso tra le varie sottodimensioni della Qualità il rapporto medico paziente cercando di individuare degli strumenti in grado di valutare qual è il beneficio effettivo che è in grado di apportare un modello come quello del  patient centered care

 

 

 

 

 

Lunid – il dott. Paletta relaziona sul tema delicato del rapporto medico paziente.ultima modifica: 2012-03-07T16:42:00+01:00da vivrescanno
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