Il consigliere Nannarone ha fornito una risposta articolata ma a carattere generico che si presta a diverse interpretazioni. Da parte nostra riteniamo utile mettere in evidenza alcuni aspetti specifici.
Il Consigliere Nannarone ci dice che “non è nell’atto deliberativo” di riconoscimento dei debiti fuori bilancio indicare le motivazioni che hanno prodotto la situazione critica del Comune. E dove andrebbero indicate le ragioni che hanno portato a derogare le ordinarie procedure contabili?
Un atto amministrativo riteniamo debba essere sempre supportato dalle esigenze (utilità per il comune) e delle urgenze del momento che hanno portato ad operare una spesa. Non si può certo certo riconoscere ex post una spesa anomala senza aver ricostruito il contesto dell’epoca in cui essa è avvenuta. Se prendiamo le spese di giudizio sostenute fuori bilancio i poniamo un quesito: Siamo sicuri che il consiglio comunale avrebbe approvato la spesa per aprire taluni giudizi se ne avesse conosciuto l’entità “preventivamnente”?
Noi abbiamo più di qualche dubbio e la quasi certezza che su alcuni di essi o avrebbe rinunciato o avrebbe transato. Ovviamente è una tipologia di spesa esemplificativa che non riteniamo certamente esaustiva di tutte le casistiche emerse nel corso del riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Tuttavia è stato citato perché abbiamo presente il caso Amodei che è costato “fior di euro” per la esecuzione di attività che, a leggere gli esiti del giudizio di primo grado, risulterebbero eseguite senza un regolare contratto.
Ci risulta ancora più sorprendente apprendere dal consigliere Nannarone che le responsabilità non vanno ricercate solo nell’apparato amministrativo finanziario del Comune ma anche e soprattutto nella gestione politica di amministratori che, a suo dire, avrebbero operato delle spese senza avere la disponibilità finanziaria. Ci pare che dopo aver pagato oltre un milioni di euro di debiti fuori bilancio forse è lecito aspettarsi che quanto meno i punti chiave delle procedure fossero più “definiti” di quanto rappresentato.
Emergerebbe infatti che nessuno era a conoscenza delle spese dovute alle bollette elettriche di Collerotondo. Un onere peraltro che, come ampiamente noto, era da contratto esplicitamente a carico del gestore del bacino di Collerotondo; contratto che, a rigor di logica, dovrebbe costituire la “pezza di appoggio” del relativo pagamento.
COSA NE PENSA IL CONSIGLIERE NANNARONE?