Abruzzo …Parte la legge regionale in materia di riordino dei comuni e di riassetto degli enti montani

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Arrivano già le prime critiche volte nella sostanza a CONSERVARE enti quando invece occorre liberare risorse dall semplificare amministrativa per avviare la ripresa economica.

Non è infatti possibile mantere in piedi “piccoli comuni”  che non sono in grado di garantire politiche amministrative adeguate al “territorio da gestire che diventa sempre più grande”.

Nè l’esperienza ha mostrato che enti sovraccomunali hanno garantito un coordimento adeguato del territorio ricadente nei comuni ad essi appartenti.

 La via maestra è certamente quella dell’accorpamento dei piccoli comuni garantendo comunque la identità e caratteristiche culturali delle singole comunità.

 

Fonte ZAC7.it

Scopino: Comuni montani abbandonati

Pubblicata la legge regionale contenente “Modifiche ed integrazioni alle norme in materia di riordino territoriale dei comuni e disposizioni in materia di riassetto degli enti montani

“Con questa Legge la regione, pur di mostrare interesse verso il territorio montano, promuove una politica in cui si prevedono risorse ed incentivi pensando, così, per l’ennesima volta, di “illudere” i cittadini delle Aree interne della nostra Regione”. Così sottolinea con amarezza Arturo Scopino nella sua qualità di referente regionale dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, in riferimento alla legge voluta da Carlo Masci. Già dal 1° gennaio 2013, i Piccoli Comuni si sono associati tra di loro per gestire almeno tre funzioni fondamentali e i servizi comunali correlati. Nella quasi totalità i Piccoli Comuni Abruzzesi hanno scelto la forma della Convenzione al posto delle Unioni dei Comuni, visto che le Unioni garantiscono pienamente il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal legislatore quali economicità, efficacia ed efficienza nella gestione dei servizi alla collettività. In Abruzzo un ruolo determinante nella gestione associata dei servizi comunali, soprattutto per quanto attiene i servizi sociali, è stato esercitato Comunità Montane che hanno garantito, che hanno garantito un servizio qualificato e capillare. In un momento così delicato per i Piccoli Comuni la Regione Abruzzo avrebbe dovuto mantenere in vita le Comunità Montane e sostenere la loro insostituibile attività negli ambiti montani, a sostegno delle comunità dei piccoli ambiti. La legge che taglia le Comunità Montane va inoltre a creare un vuoto legislativo spaventoso per quanto riguarda il collocamento del personale dipendente ( nelle 11 Comunità Montane Abruzzesi lavorano circa 70 unità). La Regione non ha assunto alcun impegno concreto per la loro collocazione, mettendo così a rischio posti di lavoro e famiglie che hanno investito nei territori montani abruzzesi e che ad una certa età dovranno fare le valigie, come nel dopoguerra, e abbandonare la terra d’origine.”Questi i fatti”,conclude Arturo Scopino “Con questa legge proposta dall’Assessore Regionale Carlo Masci, che dimostra così di non conoscere la Montagna Abruzzese ed i suoi problemi, forse perché abita a ridosso del mare, è stata votata da vari Consiglieri Regionali che provengono da Comuni montani, Montagna che viene “evocata” da tanto, troppo tempo, solo in occasione delle consultazioni elettorali e poi puntualmente dimenticata ed abbandonata a se stessa”. ed

Abruzzo …Parte la legge regionale in materia di riordino dei comuni e di riassetto degli enti montaniultima modifica: 2013-01-20T17:30:00+01:00da vivrescanno
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