Politica come il calcio… I giudizi sommari non bastano occorrono cambiamenti radicali di uomini e regole!!!!

DIECI ANNI FA LO SCUDETTO DEL SORPASSO ALL’INTER, INTERVISTA ESCLUSIVABIG LUCIANO: ”BRAVISSIMO ZEMAN CON IL PESCARA, QUEI TRE SONO DA SERIE A”CALCIO: PARLA MOGGI, ”NON MI FERMERO”’LA JUVE, LO SCANDALO E LA FARSANotizia ripresa da Abruzzo web Luciano Moggidi Roberto SantilliL’AQUILA – A distanza di sei anni da quel momento tragicomico dell’Italia non solo pallonara denominato Calciopoli, il nome di Luciano Moggi sui media di solito viene fatto quando c’è da dargli addosso a prescindere da ciò che succede con o senza di lui, o malgrado lui.Dopo anni di bello e cattivo tempo da uomo di calcio, Moggi è stato servito come lupo (più che agnello) da sacrificare per la causa nella finta pulizia della sporcizia del calcio nostrano nel 2006. Un classico caso di convergenze parallele sempre in voga nei sistemi di potere, con buona pace degli italioti che dormono sonni tranquilli visto che il colpevole per eccellenza è ormai cotto sulla graticola. Poco male se nel dimenticatoio cade tutto ciò che l’utilizzo a orologeria del perfetto colpevole ha coperto in Calciopoli, dalla faida familiare Elkann-Agnelli senza i vecchi Gianni e Umberto, allo spionaggio industriale targato Telecom, vedi Inter, Pirelli e Marco Tronchetti Provera.All’indomani del verdetto sportivo su Calciopoli che mandò la Juventus in serie B e salvò le altre squadre, mentre tutta l’Italia anti-juventina esultava, lo scomparso Enzo Biagi fu uno dei pochi giornalisti a non credere a un processo sommario da qualsiasi angolazione o curva da stadio lo si osservi.Arrivando a definirlo una “riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna”, “vuoi vedere – si chiese Biagi lucidissimo – che per coprire una scandalo di dimensioni ciclopiche, hanno individuato in Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?”.Moggi di mestiere non faceva l’eroe che a piedi nudi salva le popolazioni dalla fame e dalla guerra, ma il Direttore generale della Juventus Football Club. “Sempre troppo vicino agli arbitri”, per dirla alla Beccantini, (quasi) sempre troppo più bravo degli altri, intrallazzatore, “stalliere del re che conosce tutti i ladri di cavalli”, ma usato come Belzebù di turno al di là delle sue colpe da chi ha messo a credere agli italiani che nel calcio tricolore l’unico a non rispettare i dettami del Mahatma Gandhi fosse proprio Lucianone, il mostro sbattuto in prima pagina perché la pancia del popolo e il potere di turno così vollero.Sei anni dopo il polverone, dieci anni dopo lo Scudetto juventino del sorpasso all’Inter all’ultima giornata, il celebre 5 maggio 2002, AbruzzoWeb ha intervistato Big Luciano.Che a questo giornale parla di Juve, di processo penale, di sentenze, of course, ma anche del Pescara dei miracoli del suo acerrimo nemico Zeman e dei talenti biancazzurri.Moggi, lei è stato radiato dalla Federazione italiana gioco calcio e condannato in primo grado al processo penale di Napoli con cinque anni e quattro mesi di reclusione per associazione a delinquere. I suoi legali continuano a lavorare.Abbiamo già fatto appello, per la radiazione andremo alla Corte di Giustizia europea. Non mi fermerò, questo è certo. Continuerò a difendermi.Tutti dicevano che con la cacciata della Triade che gestiva la Juventus, ossia eliminando lei, Antonio Giraudo e Roberto Bettega, il calcio italiano sarebbe finalmente cambiato. Sei anni dopo Calciopoli, le cose non sembrano molto diverse.Mi limito a guardare quello che succede. Vedo un campionato scombinato, ultrà che fanno togliere la maglia ai giocatori per punirli, Sculli e Totti sotto la curva per farsi processare, un allenatore che picchia un suo giocatore, lo scandalo calcioscommesse a livelli mai visti. Mi limito a riflettere, a guardare la realtà così com’è. Fino al 2006 non c’è mai stato questo caos. E il calcio italiano era vincente.Sì, ma come la mettiamo con i campionati falsati per le ingerenze dei dirigenti come lei nel mondo arbitrale?Fino al 2006 il campionato era vero. Per cambiare veramente le cose, il presidente della Figc Giancarlo Abete e il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta dovrebbero dare le dimissioni. Hanno dimostrato di non essere capaci di gestire il calcio italiano.Il giornalista Roberto Beccantini su questo giornale ha definito Calciopoli una ‘guerra tra bande’ e ha affermato che le sentenze sportive del 2006 reggono ancora oggi nonostante siano venute fuori altre intercettazioni, come quelle sull’Inter.Beccantini dovrebbe dirci quale è la banda che comandava e che ancora comanda nel calcio italiano. Il potere è a Milano, su questo non ci sono dubbi. E la giustizia sportiva andava e va a modo suo. Una giustizia domestica, non c’è altro modo per definirla, che colpisce a orologeria determinate persone e ne lascia fuori altre. Franco Carraro, ex presidente Figc, chiamava l’ex designatore Paolo Bergamo per ordinargli di aiutare la Lazio contro la Juventus alla vigilia delle elezioni in Lega. Questo era il potere mio e della Juventus? Scherziamo? Carraro alla fine se l’è cavata come voleva, uscendo da qualsiasi procedimento. Se questa non è giustizia domestica…Intanto, Antonio Conte può vincere lo scudetto che manca ai bianconeri da quando lei è stato cacciato insieme a Roberto Bettega e Antonio Giraudo.La Juventus di Conte non ha mai smesso di correre, ha espresso un ritmo eccezionale frenando un pochettino nel pareggio di mercoledì contro il Lecce, ma è normale. Sta combattendo contro una squadra più talentuosa, il Milan, che però ha avuto contro parecchi infortuni, ma ciò non toglie le grandi cose fatte dal mister e dai ragazzi.Il Pescara del suo acerrimo nemico Zdenek Zeman, il quale al processo penale di Napoli l’ha accusata di avergli rovinato la carriera, rischia di andare in serie A.Zeman sta facendo cose straordinarie a Pescara e se dovesse centrare la serie A gli farò i complimenti. Io riconosco sempre la bravura degli altri quando c’è. Lui no.Chi le piace di più dei talenti biancazzurri?Senza dubbio Verratti, Immobile e Insigne.Possono giocare in serie A secondo lei?Se continuano a fare bene, sicuramente avranno un avvenire anche nella massima serie.Oggi è il 5 maggio. Dieci anni fa la sua Juventus vinceva uno scudetto incredibile sorpassando l’Inter all’ultima giornata. Anche quella è una vittoria considerata rubata interisti e anti-juventini.La verità è che la mia Juventus era la squadra più forte. Le hanno provate tutte per farla fuori, attaccandola sui media ogni giorno e portandola nei tribunali. Niente, noi continuavamo a vincere. Nel 2006 una squadra già fortissima stava diventando imbattibile. Io, Giraudo e Fabio Capello, con Andrea Agnelli futuro presidente, avevamo messo in piedi una schiacciasassi unica nel panorama calcistico mondiale.Calciopoli, anzi, Farsopoli, l’ha distrutta in un’estate. Con la complicità di troppe persone che oggi si godono i frutti di quella farsa.05 Maggio 2012

Politica come il calcio… I giudizi sommari non bastano occorrono cambiamenti radicali di uomini e regole!!!!ultima modifica: 2012-05-06T10:16:00+02:00da vivrescanno
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