Scanno, la “Statua del Pastore di Scanno”, la proposta del Direttore del Gazzettino della Valle del Sagittario

Dal  “LUNEDI’ DEL DIRETTORE”logo gazzettino

16.5.11.20 pastore piazza

“La piazza di Scanno” ha invitato i suoi lettori a inviare proposte su quale luogo del paese sia opportuno erigere la statua in bronzo del Pastore di Scanno, scolpita dall’artista Antonio D’Alessandro, deceduto di recente.

Penso che non sia stata commissionata per adornare vie, quartieri, piazze, ma come rappresentazione di un simbolo che racconti la storia, non di grande imprese, ma di un lavoro quotidiano. La storia, ripetendo un concetto manzoniano, non la fanno solo i grandi avvenimenti, i personaggi illustri, ma anche uomini popolani, che hanno speso la loro vita non in atti eroici, ma in una dignitosa fatica.

E’ indiscutibile che i pastori siano stati gli eroi dei nostri paesi, coloro che hanno sacrificato la loro esistenza nella custodia delle pecore. Essi hanno fatto la storia con le loro mani, le loro gambe, i loro piedi, il loro corpo, la loro mente, la loro intelligenza. Questo insieme li portava con la transumanza ad organizzare un lungo percorso, fatto di insidie, di pioggia, di freddo, di vento. A Scanno nel periodo d’oro della pastorizia vi erano 150 mila capi e tutta la società scannese era legata a questi ovini, con la produzione di formaggi e lana, che raggiungevano i mercati e le fiere più importanti. Alla pastorizia erano connesse tutte le attività artigianali e i vari commerci locali. I palazzi settecenteschi di cui Scanno si vanta, sono sorti grazie all’industria armentizia.

Ho visto le varie proposte, pubblicate sul suddetto sito. A mio modesto  giudizio i luoghi scelti, o lontani dal nucleo abitativo o nascosti in alcuni quartieri, non danno importanza e risalto ad una figura storica, a cui Scanno deve molto.
Le statue sono simboli di un popolo. Vengono erette nelle piazze più importanti, più visitate, dove il raduno delle persone è maggiore. Orgogliosamente vengono subito presentate ai visitatori, dandole uno specifico risalto. All’ingresso dell’attuale Via Henry Mancini (La Vicenna) è stata posta la statua della “Donna Scannese”, anche questa opera del Maestro D’Alessandro. Una scelta  di tutto rispetto per un vero e proprio simbolo del paese, che chiama a sé i visitatori e li invita ad entrare.
Fatta questa premessa, se avessi l’autorità di decisione, la “Statua del Pastore” la erigerei nella piazza principale di Scanno, perché i due simboli (donna-pastore) siano nello stesso contesto, con uguale importanza. Insieme, ognuno per proprio conto, debbono presentare e raccontare la storia del paese. Il viso della statua del pastore, posizionata là dove è indicata nella sottostante immagine, guarda verso la “Donna di Scanno”, e questa ha la testa leggermente inclinata e sfuggente, quasi ne fosse intimidita. Nello stesso tempo egli indica ai visitatori di rivolgere lo sguardo più in là, dove c’è la “Donna”. E così tutto diventa un’armonia di simboli culturali, antropologici che hanno il vanto di arricchire e impreziosire la piazza stessa.
Questa è la mia proposta ragionata, ma senza nessuna pretesa. E’ un’indicazione che certamente, in fase di realizzazione, ha bisogno di più studio, di più attenzione sia per il basamento, sia per il giusto spazio e soprattutto dove far volgere lo sguardo del pastore. r.g.

 

Scanno, la “Statua del Pastore di Scanno”, la proposta del Direttore del Gazzettino della Valle del Sagittarioultima modifica: 2020-11-16T09:56:56+01:00da vivrescanno
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