La sicurezza delle case esistenti un tema caldo che ispira qualche riflessione. La cronaca dell’ultimo evento sismico ha infatti messo in risalto la differenza “abissale” (anche a livello di costi) che c’è tra gli interventi di “ADEGUAMENTO” antisismico e quelli di semplice “MIGLIORAMENTO” (la foto ne è un concreto esempio).
CIRCOLARE COSTRUZIONI ESISTENTI
La normativa indica per le stesse che:
Delle due tipologie di intervento pertanto il secondo non offre le garanzie di sicurezza previste dalla normativa vigente anzi ove le opere non sono opportunamente progettate potrebbero crearsi situazioni di squilibrio. A tale scopo la normativa indica puntuali fasi di progetto:
- in primo luogo richiede una esatta conoscenza dell’edificio esistente;
- poi è assolutamente necessario redigere un progetto del danno che richiede:
- un puntuale esame del quadro fessurativo ovvero l’insieme di fessure visibili ed invisibili su un’opera o un elemento strutturale esistente, derivante da uno stato di dissesto o di degrado;
- un esame delle forme di vulnerabilità specifiche ovvero individuare i punti critici della struttura;
- l’individuazione dei possibili meccanismi di collasso connessi con le forme di vulnerabilità specifiche dell’edificio;
- il calcolo del meccanismo di collasso relativo ad ognuno dei meccanismi individuati.
- infine l’individuazione degli interventi atti a modificare i meccanismi di collasso previsti o a rendere più elevati i moltiplicatori. Ciascuna soluzione tecnica adottata dovrà rispondere ad una carenza individuata nel progetto di danno, evitando quindi interventi generici e aprioristici
Come si può notare la normativa è sempre difficile interpretarla però pare che una cosa risulta chiara ovvero che solo “l’adeguamento sismico” rende la struttura conforme alla normativa in quanto il “miglioramento sismico” non interviene sull’assetto globale delle strutture ma solo sulle puntuali manchevolezze “evidenziate” nel progetto.
IL CONSIGLIO CHE TRASPARE QUINDI E’ QUELLO DI EVITARE INTERVENTI GENERICI (ovvero fatti tanto per farli) MA ATTUARE SOLO QUELLI NECESSARI PER ELIMINARE LE VULNERABILITA’ CENSITE NEL PROGETTO.
Letta così la norma sembra applicare i noti principi di buon senso (applicati quotidianamente dalla gente comune) indicando due strade ben distinte la prima, l’adeguamento, che consente di garantire alle costruzioni esistenti la piena compatibilità alla normativa vigente la seconda, il miglioramento, che prevede interventi per contenere i rischi di vulonerabilità esistenti ben descritti nel progetto evitando quindi interventi “a naso” che peraltro potrebbero essere nocivi.
STRUMENTI INSOMMA DI BUON SENSO CHE NON PARE SIANO MOLTO DIFFUSI!!!