Men art Works … tra i curatori della iniziativa Italia Gualtieri

Il gioco del Maw

di Anna Spinosa

ZAC7

Il Maw l’acronimo di Men art Works che rimanda ai cantieri dell’Arte è il laboratorio di via Morronea Sulmona nato nel marzo 2014. Un luogo in cui “l’arte è da vedere e da fare” come dicono i curatori Italia Gualtieri e Rino Di Pietro che in questi giorni hanno inaugurato il nuovo progetto 10×10 Maw call for artworks: una chiamata agli artisti a donare un’ opera in una sfida giocosa al mondo dell’arte

Quando è nata l’idea del Maw?
L’associazione Maw , Laboratorio d’arte, nasce nel marzo del 2014 da un gruppo di amici appassionati di arte contemporanea e dall’esigenza di trovare un luogo di condivisione e promozione culturale. A Sulmona era da tempo assente un posto in cui si desse spazio proprio al mondo artistico contemporaneo. Un progetto che muove da interessi, attitudini comuni con la prospettiva di creare in maniera stabile uno spazio espositivo che coinvolga più attori: artisti, intellettuali, semplici fruitori, appassionati. Siamo degli operatori culturali ciascuno con il proprio lavoro che vedono nell’arte un contatto, un’esplorazione, un percorso che muova da istanze sociali seguendo i bisogni e gli interessi dell’individuo. Noi individuiamo una doppia evocazione: quella della bellezza della promozione culturale, ma anche quella del luogo di incontro. Un ambiente di libera espressione che sappia indagare nel profondo e crei varchi di apertura per metterci in relazione

La nuova sfida è una chiamata agli artisti
10×10 è una chiamata agli artisti per creare un approccio partecipativo e plurale all’arte. Nasce da una proposta dell’artista Valentina Colella che chiama appunto all’appello i creativi a donare un’opera di piccole dimensioni 10×10. Una sfida giocosa al mondo e al sistema dell’arte e questo si evince proprio nella modalità in cui avverrà la valutazione delle opere. Spesso nel modo dei grandi eventi artistici, gallerie, premi, il nome di un autore risonante può influenzare il giudizio su un’opera penalizzando altri partecipanti. L’ idea è quella di consegnare i lavori in maniera anonima, il nome sarà posto sul retro, così che non ci siano filtri ma l’espressione libera sul lavoro. Vuole essere un appello, un messaggio culturale per sensibilizzare al tema per cambiare un po’ le regole. Il concetto di una galleria indipendente che si permea in un progetto di sostegno all’arte. Un valore aggiunto è la riflessione e i diversi incontri legati all’iniziativa. Il nostro obiettivo è quello di farlo diventare un appuntamento annuale, attualmente sono già 100 i pezzi pervenuti da tutte le parti d’ Italia e del mondo come Argentina, Inghilterra e Francia

Chi e come si può partecipare?
L’invito è rivolto a tutti i creativi, la partecipazione è gratuita, si possono donare da una ad un massimo di 10 opere di misura 10×10 o video di 10 secondi. Il tema è libero, le opere come abbiamo già anticipato saranno esposte in maniera anonima, i nomi degli artisti saranno presenti però nei materiali promozionali e informativi della mostra come brochure, manifesti, comunicati, sul sito del Maw e Chanell dedicato. Durante la mostra che ci sarà dal 6 dicembre al 6 gennaio una giuria selezionerà tra i partecipanti l’artista che potrà esporre gratuitamente nello spazio Maw per un’intera settimana. Il pubblico vivrà un’interazione empatica con l’arte fuori da ogni valutazione legata alla firma e quotazioni, le opere potranno essere acquistate per un prezzo di massimo 10 euro. Il termine per consegnare l’opera è il 20 novembre e potranno essere spedite o portate direttamente alla sede del Laboratorio

Come è una galleria indipendente e come si gestisce?
Una galleria indipendente che punta come ama ripetere Rino Di Pietro, l’altro curatore del Maw, si anima sui sacrifici e sull’impegno della sua compagine. E’ un associazione no profit e vive anzi si autogestisce con il contributo che gli artisti danno per esporre le proprie opere. La cosa importante per noi è la rete di persone e idee che si è riunita attorno al Maw ed ha manifestato un interesse costante. La soddisfazione, se così si può dire, quella di una capacità di autofinanziamento, una sfida che stiamo vincendo. In occasione di grandi eventi come quella della settimana Collettiva d’Arte alla Rotonda,parliamo di progetti più corposi, abbiamo interagito con le istituzioni che hanno messo a disposizione le sedi. Il dialogo con interlocutori pubblici e privati è sicuramente importante, bisognerebbe improntare un discorso che dia rilevanza maggiormente alla qualità e al mantenere servizi interessanti per i cittadini, è quello che noi riscontriamo nel concetto di responsabilità sociale. Noi ci vediamo come soggetti privati che offrono servizi pubblici. Un circolo virtuoso stabile pronto a dialogare con tutti e che sta dando le sue soddisfazioni

Cosa bisognerebbe fare per finanziare e promuovere la cultura?
La promozione culturale deve partire da una profonda analisi delle realtà culturali, dei progetti, individuando i bisogni, le risorse, le capacità organizzative ed essere disposti a scommettere e lavorarci duramente. Ai decisori competenti il suggerimento di puntare ad un discorso di qualità oltre la quantità, verificando i risultati, i riscontri non solo verso i grandi numeri, ma anche a quei risultati che sono costanti nel tempo e che garantiscono un richiamo quotidiano. L’obiettivo deve rimanere quello dell’autonomia creativa. E’ fondamentale mettere a disposizione dei capitali per la cultura a sostegno delle diverse realtà presenti puntando ad un discorso di partecipazione e promozione

Men art Works … tra i curatori della iniziativa Italia Gualtieriultima modifica: 2015-11-14T01:07:41+01:00da vivrescanno
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