Il corporativismo dilagante è una “peste sociale” da eliminare a tutti i costi

… servono progetti per rilanciare il paese.

Auspichiamo che l’era della ricerca del consenso attraverso il recepimento di interessi prevalentemente corporativi frenano il merito e la capcità!!!

 

Il corporativismo dilagante è una “peste sociale” da eliminare a tutti i costi

 

La domanda da porre è una sola: si riuscirà mai a risanare il Paese senza spazzare via queste “cariatidi”? Chi governa l’Italia non può non affrontare e risolvere il problema

Qualcuno ha provato qualche volta a vedere da dentro un’associazione di categoria? Una Camera di commercio? Un sindacato dei lavoratori? Un’ associazione sportiva facente capo al Coni? Qualsiasi cosa abbia a che vedere con questi “oggetti”? Ebbene, l’aria che si respira è sempre la stessa. Gli uomini sono quasi sempre gli stessi, tutti presidenti di qualcosa, tutti impegnati in un giro di poltrone, in un vorticoso gioco dei quattro cantoni ove un attimo di distrazione lascia fuori per almeno un giro, con tutti occupatissimi sul nulla, salvo su una cosa che hanno fissa in testa: la conservazione dell’esistente, e delle loro poltrone, ed il rifiuto pregiudiziale di ogni ipotesi di novità.
È l’eredità più nefasta e persistente che ci ha lasciato Mussolini, con un dubbio: ai tempi di Mussolini, alcuni di costoro erano già lì? Le idee (se possiamo chiamarle idee) sono quelle di allora. Qualcuno di allora è riuscito a sopravvivere sino ad oggi per qualche misterioso gerovital politico oppure è semplicemente la trasmissione di generazione in generazione dei meccanismi perversi di conservazione e parassitismo sociale che li caratterizzano ? C’è un errore molto grave che gli altri (quelli che sono fuori da questo giro) possono commettere : sottovalutare le pesanti conseguenze per il nostro paese di questa situazione troppo a lungo tollerata. In primo luogo perché tutti costoro, partendo da una associazione di categoria oppure da un sindacato, hanno occupato tutto: in primo luogo le banche, passando dalle camere di commercio e dalle fondazioni bancarie; in secondo luogo i parlamenti, dai consigli comunali sino al parlamento nazionale e europeo; in terzo luogo quel che resta delle partecipazioni statali e l’universo in espansione, alla velocità della luce, delle municipalizzate; i ministeri di spesa più importanti; in parte hanno anche occupato le varie Autorità, e poi Rai, Sanità, Cnel, Enav, enti di previdenza sia pubblici che privati, etc.
È una peste sociale che non ha senso dello stato, ha solo chiarissima la difesa corporativa dell’esistente, attraverso la crescita continua della spesa pubblica, che è la ragione prima della loro esistenza. È qui la radice dei mali del nostro Paese. È qui che molti si pongono l’obiettivo retorico: si riuscirà mai a risanare il Paese senza spazzare via tutti costoro, le loro cordate, la loro totale autoreferenzialità, tutto il mondo che a loro ruota intorno?
È qui che ci giochiamo la partita, se non ci facciamo distrarre dai falsi bersagli, che ci vengono da costoro continuamente propinati. Ecco un piccolo elenco di falsi bersagli: i “tagli” alla spesa pubblica, che è sempre cresciuta negli anni, mai è stata effettivamente tagliata ; la “manovra recessiva”, ossia la recessione causata dai “tagli mai effettuati” ; il crollo dei servizi sociali, ossia la crescita della spesa pubblica richiesta dalle clientele, conseguente in primo luogo al continuo gonfiamento dei preventivi, predisposti fuori da ogni ipotesi seria di gara “vera”, che spiazza in minima parte (probabilmente volutamente) alcuni servizi sociali ; il calo costante della produttività del sistema “stato”, che è funzionale alla reale crescita costante degli organici, mascherato nel suo contrario, “l’insostenibile e intollerabile taglio degli organici”. Abbiamo più volte segnalato quale dovrebbe essere l’obiettivo : fare tutti di più con meno! Che è esattamente ciò che devono fare tutti coloro che operano fuori dalle corporazioni, tutti i santi giorni, per sopravvivere ed anche prosperare. Solo che fare di più con meno, significa operare contro la logica corporativa, che ha esattamente le finalità opposte: lavorare meno, guadagnare di più, ossia campare sulle spalle degli altri, che è esattamente il problema italiano, con il suo livello di debito pubblico, sempre più difficile e costoso da rifinanziare. È qui che siamo arrivati al capolinea, ed è qui che sorge una pallida speranza di riuscire a risolvere il problema di ridimensionare e mettere in condizioni di non nuocere più alla comunità tutto questo mondo di un tempo che fu, un gruppo di dinosauri sopravvissuto alla scomparsa dei dinosauri.
*professore emerito
di Politica economica

Il corporativismo dilagante è una “peste sociale” da eliminare a tutti i costiultima modifica: 2012-07-16T19:05:00+02:00da vivrescanno
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